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LOCARNO 2023 Cineasti del presente

Recensione: Of Living Without Illusion

di 

- Il primo lungometraggio di Katharina Lüdin mette in scena la zona d’ombra, al contempo pericolosa e rassicurante, che separa l’amore dall’odio, l’affetto dal disprezzo

Recensione: Of Living Without Illusion
Anna Bolk e Jenny Schily in Of Living Without Illusion

Regista, autrice, produttrice e attrice per il teatro e il cinema, Katharina Lüdin si nutre di pluridisciplinarità. Che si tratti di palcoscenici o di sale oscure, l’arte è concepita dalla giovane regista svizzera, ex studentessa dell’HFBK di Amburgo e dell’UdK di Berlino, come mezzo per esprimere realtà altre, stati d’animo sfuggenti che diventano improvvisamente tangibili. Nel suo primo lungometraggio Of Living Without Illusion [+leggi anche:
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, film selezionato al Locarno Film Festival nel concorso Cineasti del Presente, sono le relazioni d’amore a trasformarsi in dipendenza affettiva ad essere messe sotto la lente d’ingrandimento. Con poesia e struggente realismo, Katharina Lüdin riesce a catturare la disperata ricerca d’affetto di un essere alla deriva che crede di non meritare più nulla.

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Il caldo è soffocante e la città sembra trasformarsi in una  fornace. In periferia, protetti tra le mura di una casa che funge da centro nevralgico di una famiglia apparentemente banale, ritroviamo Merit, Eva, David, Lionel, Rose e Clovis. Cosa si nasconde dietro quest’apparente monotonia? Senza svelarne in modo frontale le tensioni soggiacenti, Katharina Lüdin ci mostra si dall’inizio che qualcosa non va, che dietro una vita di coppia che i famigliari considerano consolidata (quella tra Merit e Eva) si nascondono verità inconfessabili. I dialoghi tra i personaggi sembrano a senso unico, parole trasportate dal vento che non si incontrano mai, sorta di litania del quotidiano dominata da emozioni a senso unico. Merit (incredibile Jenny Schily) non sa che fare, rinchiusa in una relazione che desidera e disprezza, una relazione che la trasforma in un “mostro” pronto a sfogare la sua frustrazione contro colei che la desidera più di ogni altra cosa al mondo. Mentre Eva (toccante Anna Bolk), ossessionata da un amore non più condiviso che indossa come un’uniforme da combattimento, cerca disperatamente di diventare invisibile per poter rimanere al fianco di colei che teme ed adora incondizionatamente.

Grazie ad una serie di piani sequenza al contempo poetici e esteticamente potenti, Katharina Lüdin ci permette di entrare nel quotidiano di una famiglia costretta ad affrontare i propri demoni interiori. Perno attorno al quale gravitano tutti i personaggi, Merit si trasforma poco a poco in carnefice, in despota che influenza con i suoi repentini salti d’umore le vite di chi gli sta accanto. Rannicchiata negli anfratti oscuri di un quotidiano marcato dalla paura e dalla violenza, Eva accetta invece apatica il proprio destino. Cosa gli impedisce di andarsene? Come può accettare le continue umiliazioni inflitte da una compagna che dovrebbe invece rispettarla e amarla?

La regista non intende giudicare (e la ringraziamo per questo) ma piuttosto mostrare quanto la violenza, sentimento socialmente costruito, non sia appannaggio esclusivo dei così detti “uomini”. Con Of Living Without Illusion Katharina Lüdin decostruisce lo stereotipo eteropatraiarcale secondo il quale le “donne” sarebbero sprovviste di qualsiasi moto violento. Malgrado la perversione di un rapporto basato sul dominio e la sottomissione, Merit e Eva vivono in maniera autonoma, si amano e distruggono senza bisogno del sostegno o della validazione di una figura maschile. I sentimenti che provano sono intensi, la relazione che intrattengono decisamente tossica ma sono loro che l’hanno scelta e nessun altro.

Of Living Without Illusion è anche un intenso omaggio a personaggi che normalmente sono resi invisibili: donne di mezza età che vivono in autonomia, al di fuori dei dettami di una società eteropatriarcale che le vorrebbe docili, madri o compagne devote, sempre accondiscendenti e mai, come nel caso di Merit e Eva, animate da sentimenti incandescenti come il fuoco.

Of Living Without Illusion è prodotto da Was bleibt Film in coproduzione con Contrast Film Zürich GmbH, Silva Film e Katharina Lüdin Filmproduktion.

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