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LOCARNO 2023

La 76ma edizione del Locarno Film Festival punta alla coesione e al dialogo

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- Fra i 17 film in lizza per il Pardo d’oro nomi noti e primi film che, in modi molto diversi, tentano di dare un senso ad un presente incerto

La 76ma edizione del Locarno Film Festival punta alla coesione e al dialogo
Do Not Expect Too Much from the End of the World di Radu Jude

La 76ma edizione del Locarno Film Festival che si svolgerà dal 2 al 12 agosto ambisce a “mettere in immagini una possibilità del mondo”, per riprendere le parole del suo direttore artistico Giona A. Nazzaro. Consapevole del momento storico complesso che stiamo vivendo, il festival ha cercato, attraverso una serie di proposte, di dare un’immagine del nostro mondo, delle varie direzioni che i registi esplorano per cercare di dare un senso alla realtà che li attornia. Se il Concorso internazionale dà ampio spazio ai registi emergenti, il fuori concorso è invece dedicato ai grandi maestri.

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I film in programma quest’anno sono ben 214 fra i quali 110 prime mondiali e 6 prime internazionali. 21 le opere prime eleggibili per lo Swatch First Feature Award. Fra i personaggi omaggiati durante questa 76ma edizione il regista statunitense Harmony Korine (Pardo d’onore), il regista taiwanese Tsai Ming-liang (Pardo alla carriera), il produttore e regista italiano Renzo Rossellini (Lifetime Achievement Award), la produttrice danese Marianne Slot (Premio Raimondo Rezzonico) e il giovane attore britannico Riz Ahmed (Excellence Award Campari). L’attore francese Lambert Wilson sarà invece il presidente della giuria del Concorso Internazionale.

Fra i 17 film selezionati nel Concorso Internazionale si nota la presenza di registi e registe alla prima esperienza con il formato lungo fra i quali The Permanent Picture [+leggi anche:
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della spagnola Laura Ferrés che ci parla dell’incontro decisivo di due donne di due generazioni diverse, Stepne [+leggi anche:
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 di Maryna Vroda, ambientato fra gli splendidi ed innevati paesaggi ucraini dove ritorna il protagonista del film, Patagonia [+leggi anche:
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 del giovane regista italiano Simone Bozzelli il cui lungometraggio J’ador è stato il Miglior cortometraggio alla Settimana Internazionale della Critica di Venezia 2020 e Baan [+leggi anche:
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intervista: Leonor Teles
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 dell’altrettanto giovane regista portoghese Leonor Teles, vincitrice dell’Orso d'oro al miglior cortometraggio per Balada de um batraquio.

Per quanto riguarda invece i nomi noti di quest’anno, particolarmente attesa è le prime mondiale del road movie tinto d’umorismo noir Do Not Expect Too Much from the End of the World [+leggi anche:
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intervista: Radu Jude
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del regista rumeno Radu Jude e di Essential Truths of the Lake [+leggi anche:
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 del regista filippino Lav Diaz, già Pardo d’oro 2014 con From What Is Before. Atteso anche l’ultimo lungometraggio Manga d’terra [+leggi anche:
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del regista svizzero-portoghese Basil da Cunha, che racconta la storia di una musicista nell’anima che si trasferisce da Capo Verde a Lisbona dove si trova imprigionata nella violenza cittadina. La Svizzera è anche presente, questa volta come coproduttrice, con Nuit obscure – au revoir ici, n’importe où [+leggi anche:
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 del regista francese Sylvain George. La Francia sarà capitanata quest’anno da Quentin Dupieux e dal suo Yannick [+leggi anche:
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 che mette in scena l’interruzione improvvisa ed inaspettata di un’opera teatrale.

Fra le altre numerose produzioni e coproduzioni europee troviamo inoltre il crudele e sanguinario Rossosperanza [+leggi anche:
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della regista italiana Annarita Zambrano, Animal [+leggi anche:
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intervista: Sofia Exarchou
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della greca Sofia Exarchou che mette in scena un gruppo di animatori alle prese con la follia dell’estate, The Invisible Fight [+leggi anche:
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dell'estone Rainer Sarnet che ha come protagonista una guardia al confine sovietico-cinese che decide di farsi monaco, la satira ambientata in una isola indonesiana durante l'era coloniale Sweet Dreams [+leggi anche:
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intervista: Ena Sendijarević
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della bosniaca Ena Sendijarević, il film sperimentale e psichedelico El auge del humano 3 dell’argentino Eduardo Williams e Critical Zone [+leggi anche:
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dell’iraniano Ali Ahmadzadeh che ci trasporta in una Teheran minacciosa.

Dieci film su dodici anche le produzioni e coproduzioni europee fuori concorso. A capitanare il gruppo è la Francia presente con ben sei (co)produzioni: l’omaggio dello scomparso Paul Vecchiali a Jean-Luc Godard Bonjour la langue [+leggi anche:
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, il quarto lungometraggio di Emilie Deleuze 5 hectares [+leggi anche:
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, la coproduzione con la Svizzera Ricardo et la peinture [+leggi anche:
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del grande Barbet Schroeder che fa il ritratto del pittore e amico Ricardo Cavallo, Best Secret Place del giovane duo di registi Caroline Poggi e Jonathan Vinel, così come Conann [+leggi anche:
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intervista: Bertrand Mandico
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e il cortometraggio Nous les barbares, rilettura libera e femminista dell’omonimo personaggio da Bertrand Mandico. Presenza importante anche per l’Italia con Lovano Supreme [+leggi anche:
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 di Franco Maresco, l’opera prima del romano Brando De Sica Mimì – il principe delle tenebre [+leggi anche:
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e Procida [+leggi anche:
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la cui direzione artista e supervisione è affidata a Leonardo Di Costanzo. La presenza europea si conclude con la coproduzione fra Hong Kong, il Regno Unito e la Finlandia What Remains [+leggi anche:
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del cinese Ran Huang.

I film selezionati:

Concorso Internazionale

Animal [+leggi anche:
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intervista: Sofia Exarchou
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Sofia Exarchou (Grecia/Austria/Romania/Cipro/Bulgaria)
Baan [+leggi anche:
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intervista: Leonor Teles
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Leonor Teles (Portogallo)
El auge del humano 3Eduardo Williams (Argentina/Portogallo/Paesi Bassi/Taiwan/Brasile/Hong Kong/Sri Lanka/Peru)
Essential Truths of the Lake [+leggi anche:
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Lav Diaz (Filippine/Francia/Portogallo/Singapore/Francia/Svizzera/Regno Unito)
The Permanent Picture [+leggi anche:
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- Laura Ferrés (Spagna/Francia)
Lousy Carter - Bob Byington (Stati Uniti)
Manga d’terra [+leggi anche:
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- Basil Da Cunha (Svizzera/ Portogallo)
Critical Zone [+leggi anche:
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- Ali Ahmadzadeh (Iran/Germania)
The Invisible Fight [+leggi anche:
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- Rainer Sarnet (Estonia/Lettonia/Grecia/Finlandia)
Do Not Expect Too Much of the End of the World [+leggi anche:
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intervista: Radu Jude
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Radu Jude (Romania/Lussemburgo/Francia/Croazia)
Nuit obscure – au revoir ici, n’importe où [+leggi anche:
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- Sylvain George (Francia/Svizzera)
Patagonia [+leggi anche:
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- Simone Bozzelli (Italia)
Rossosperanza [+leggi anche:
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- Annarita Zambrano (Italia/Francia)
Stepne [+leggi anche:
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- Maryna Vroda (Ucraina/Germania/Polonia/Slovacchia)
Sweet Dreams [+leggi anche:
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intervista: Ena Sendijarević
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- Ena Sendijarević (Paesi Bassi/Svezia/Indonesia/Francia)
The Vanishing Soldier [+leggi anche:
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- Dani Rosenberg (Israele)
Yannick [+leggi anche:
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- Quentin Dupieux (Francia)

Fuori concorso

5 hectares [+leggi anche:
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- Émilie Deleuze (Francia)
Best Secret Place - Caroline Poggi, Jonathan Vinel (Francia)
Bonjour la langue [+leggi anche:
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- Paul Vecchiali (Francia)
Conann [+leggi anche:
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intervista: Bertrand Mandico
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- Bertrand Mandico (Lussemburgo/Francia/Belgio)
Lovano Supreme [+leggi anche:
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- Franco Maresco (Italia)
Mademoiselle Kenopia - Denis Côté (Canada)
Mimì - Il principe delle tenebre [+leggi anche:
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- Brando De Sica (Italia)
Nous les barbares - Bertrand Mandico (Lussemburgo/Belgio/Francia) (cortometraggio)
Procida [+leggi anche:
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direzione artistica e supervisione Leonardo Di Costanzo (Italia)
Ricardo et la peinture [+leggi anche:
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- Barbet Schroeder (Svizzera/ Francia)
Triggered - Richard V. Somes (Filippine/Stati Uniti)
What Remains [+leggi anche:
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- Ran Huang (Hong Kong/Regno Unito/Finlandia)

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